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Ho ventitré anni. Ho un lavoro. Ho una relazione. E presto avrò una casa tutta per me. “Paura di cosa?” si chiederà qualcuno, “Hai vent’anni, tutta la vita davanti e sei in una situazione più stabile della maggior Paura di vedere altri barconi abbandonati in mezzo al mare; pieni di esseri umani, lasciati a morire come bestie di scarso valore, esseri umani, persone, come me, come voi, come chiunque altro sua faccia della terra. Paura di trovarmi ad avere a che fare con dei nazisti di nuova generazione, che professano la discriminazione e i censimenti su base Paura di vivere in mezzo all’indifferenza di gente che non crede che non fare nulla non equivalga a supportare un governo razzista, falso e Paura che ci si dimentichi la nostra storia recente, da dove veniamo e a che cosa siamo arrivati nemmeno 75 anni fa. Che la gente si scordi delle deportazioni, delle leggi razziali e dell’ olocausto. Paura di venir ghettizzata per la mia sessualità, per le mie scelte e per le mie relazioni non convenzionali in un paese che diventa sempre Paura della paura e dell’odio che ne deriva, che viene messo in piazza, in pubblico, “condiviso” sui social come se fosse una cosa normale, tollerabile. Con la superficialità di chi fa citazioni fasciste da dietro a uno schermo e convinto che queste non avranno Paura di fare un figlio, perchè non lo voglio veder crescere in un mondo del genere. Sempre che cresca sano e non si ammali di pertosse, polio o rosolia per essere stato a scuola con figli di persone che reputano l’immunità di gregge una favoletta stupida e i vaccini un entità, non ben definita, pericolosa che causa l’autismo. Paura di un futuro dominato da paura e intolleranza. In cui ciarlatani e falsi Dei la fanno da padroni. Dove ogni nozione, vera o falsa, che esce da internet viene inculcata nella mente delle mas*e da continui “share” e “post” come Guardiamo tutti gli altri, fingiamo di essere come loro ma non lo siamo. Possiamo solo augurarci di trovare un posto dove non dover fingere.