Smemoranda.it receives about 3067 visitors in one month. That could possibly earn $15.34 each month or $0.51 each day. Server of the website is located in Italy. 5.39 seconds had passed before our script reached and loaded the html code of Smemoranda.it main page. Try to investigate the reason of such a long time loading. This is far from the best result, so there must be room for improvements. Check the links at the bottom of this page for the tools that can help you to detect the problem.
Is smemoranda.it legit? | |
Website Value | $277 |
Alexa Rank | 1527036 |
Monthly Visits | 3067 |
Daily Visits | 103 |
Monthly Earnings | $15.34 |
Daily Earnings | $0.51 |
Country: Italy
Metropolitan Area: Not defined
Postal Reference Code: Not defined
Latitude: 43.1479
Longitude: 12.1097
HTML Tag | Content | Informative? |
---|---|---|
Title: | Homepage - | Could be improved |
Description: | Not set | Empty |
H1: | Scrivi a Smemo | Is it informative enough? |
H2: | News, eventi e... | Is it informative enough? |
Results will appear here |
|
Pingdom - Web transfer-speed test from Pingdom
Run diagnostic transfer-rate tests on each page or individual page components (JS, .img, and HTML code) with Pingdom for smemoranda.it
Google’s Web Analytics Google provides many analytical tools for the web that will help you find out the number of visitors, their locations and activities when logging onto smemoranda.it
Alexa - smemoranda.it on Alexa Traffic Rank Data
Alexa provides a charting service that shows global position by audience, engagement, and time spent on smemoranda.it
Majestic Backlinks - Lookup other webpages that have hyperlinks leading to smemoranda.it.
Google Index - Which of the pages is Google.com indexing?
Find out which pages from smemoranda.it have made it into Google.com’s listings. You can find out with the "site:" query.
Website on this IP by Bing - All sites on the same 213.171.168.67 IP
View a list of websites with an IP matching that of smemoranda.it from Bing.com
/marco-balzano-prof-scrittore/: | |
---|---|
Title |
Marco Balzano, il prof anti-bulli - Smemoranda |
Description |
Not defined |
H1 |
Scrivi a Smemo |
H2 |
di Salvatore Vitellino Sbullizzati - Storie di Smemo Pubblicato il 09/12/2018 Marco Balzano è un prof. Un prof particolare.Ha scritto diversi libri, l’ultimo si intitola Resto qui. Nel 2015 ha vinto il prestigioso premio Campiello con un romanzo da leggere, “L’ultimo arrivato”, la storia di un piccolo immigrato siciliano che va al Nord nell’Italia dei vostri nonni, l’Italia degli anni Cinquanta, poco dopo la fine della guerra, quando c’era fame, miseria e immigrazione. Già, immigrazione: il piccolo protagonista del libro, Ninetto detto pelleossa, potrebbe essere oggi uno qualunque dei giovani nordafricani minorenni che arrivano in Italia da soli…Dunque, Marco è un prof fortunato. Perché “fortunato”? Perché insegna Italiano nelle scuole dell’hinterland milanese, dove a volte negli ultimi anni gli studenti italiani di genitori stranieri sono la maggioranza nelle cl i, e dove, se ci fermiamo un attimo a pensarci, si sta preparando la società italiana dei prossimi 20 o 30 anni. Quindi lui lavora in un osservatorio privilegiato su quella che potrà essere la fisionomia delle periferie italiane del prossimo futuro: diventeremo come le banlieue francesi, cioè quartieri ghetto? Oppure sapremo creare cittadini futuri ben integrati e quartieri ricchi di diversità, e pacifici?Smemoranda: La domanda che facciamo a tutti gli ospiti di Sbullizzati per iniziare è la stessa: hai mai avuto a che fare col bullismo? Raccontaci la tua testimonianza di studente, per capire com’era il clima nelle scuole nei primi anni Novanta.Marco Balzano: Sì, ma non su di me. Su un compagno di cl e che si chiamava Matteo. Gente della scuola e del quartiere l’ha umiliato in modi che non riesco nemmeno a riferire. Quel ragazzo ha poi cambiato scuola e io mi sono chiesto molte volte cosa avrei potuto fare che non ho fatto. Ero piccolo, avevo dieci anni… ma non si è mai troppo piccoli per fare qualcosa.Adesso invece che sei prof da diversi anni, nelle scuole di oggi dove insegni o hai insegnato, sei venuto a conoscenza di atti di bullismo? E come sono cambiate anche le forme di cattiveria ed esclusione?Dare voce a un fenomeno vuol dire dargli anche un’esistenza più compiuta e oggettiva, certo. Ma ovviamente il bullismo esiste da sempre perché l’uomo, dove l’educazione lascia dei vuoti, tende a manifestare la sua prepotenza e i suoi residui di bestialità. Però va detto che l’aggiunta del bullismo sul web sta facendo umere una dimensione inedita e più preoccupante a questo problema. Lo rende più complicato da decifrare. Di conseguenza è più difficile trovare le giuste strategie per intervenire.Mi piacerebbe sentire il tuo parere sugli episodi di violenza vera verso compagni e addirittura prof che in questi mesi stanno riempiendo la cronaca: sono episodi isolati, come sempre opera di ragazzi con chiari problemi familiari alle spalle?La violenza di questi gesti non si può combattere solo con la repressione e la punizione. La violenza di un individuo non va mai giustificata, però è altrettanto vero che il lavoro dell’educatore è anche quello di capire da dove arriva questa violenza. Bisogna sempre cercare di intervenire a monte. Quasi sempre la vita dei bulli è una vita triste, infelice, con vuoti di affetto e di educazione enormi. Per sradicare il problema non ci si può fermare alle manifestazioni di prepotenza e agli atti di bullismo, che, ovviamente, vanno puniti sempre.C’è un rischio di ghettizzazione di certe famiglie – magari di immigrati – i cui figli si sentono esclusi dalla scuola e dalla società e reagiscono con violenza contro tutti e tutto un mondo che non li accetta?Un extracomunitario è, generalmente, un individuo più fragile. Ha lasciato casa, affetti, probabilmente non ha soldi, ha strumenti culturali diversi da quelli che gli richiede il paese di accoglienza, vive magari in un contesto difficile. È, dunque, più a rischio di sviluppare atteggiamenti di insofferenza o di prevaricazione. Va ricordato che la diversità è in sé una ricchezza per tutti, ma se chi ci ha a che fare (scuole, comuni, spazi pubblici, ecc.) non ha gli strumenti per gestirla al meglio e per predisporre percorsi di accoglienza che responsabilizzino all’ unzione dei propri doveri e del rispetto altrui, be’, allora può diventare un problema.Da prof, come ci si comporta in casi di bullismo o violenza? Ti ricordi il caso dell’istituto tecnico di Mirandola, in provincia di Modena, dove i ragazzi lanciavano penne e cestini della spazzatura contro l’insegnante in cattedra? Qualcuno ha detto che il fatto che la prof non abbia reagito subito è segno di impreparazione.Si fa presto a giudicare un prof…. In Italia siamo tutti allenatori di calcio e insegnanti. Ma cosa c’è dietro alla resa di quella docente? Qual è il suo pregresso? Da quanto durano quelle umiliazioni? Il contesto attorno non ha nulla da recriminarsi? E ancora: quanto è difficile lavorare per anni senza sostegni, senza aggiornamenti, senza potersi confrontare? L’insegnante è troppo spesso lasciato solo dalle istituzioni e non è – e non potrebbe esserlo! – preparato per affrontare qualsiasi situazione. Certificare disagi e patologie è compito della sanità, che spesso è in contatti superficiali e discontinui con la scuola; i mediatori culturali esistono sulla carta, ma quasi per niente nella realtà. E potrei andare avanti. Queste sono le falle del sistema su cui la politica dovrebbe fare molto di più.Il ministero dell’Istruzione ha lanciato l’anno scorso il Piano nazionale per l’educazione al rispetto. Un’operazione ampia, che coinvolge anche i nostri amici di Telefono Azzurro e vari altri soggetti. Per dirla in parole semplici il Piano punta a formare i ragazzi rendendoli coscienti del valore dell’articolo 3 della nostra Costituzione, quello che sancisce la pari dignità di tutti i cittadini “senza distinzione di , di razza, di lingua, di religione…” Considerando il clima di omofobia, di razzismo, di bullismo, di violenza sulle donne… insomma direi che ce n’è proprio bisogno. E il rispetto è la base di tutto. Ovviamente il Piano per essere attuato in tutte le scuole prevede dei soldi, la formazione dei docenti, prevede delle Linee guida che devono essere seguite in tutti gli istituti, anche in tema di lotta al bullismo e il cyberbullismo… Insomma, tante belle cose, ma vanno realizzate. Cosa dobbiamo aspettarsi e cosa devono fare i ragazzi?Non so rispondere a questa domanda. Iniziative di questo genere sono sempre un’ottima cosa per tutti. Cosa cambierà? Io spero che si riesca a intervenire sulla forma mentis di tutti. Che si arrivi a comprendere che la fragilità è inseparabile da qualsiasi individuo. La fragilità è una prova splendida del nostro essere uomini. bullismoletteraturascuola Tweet!function(d,s,id) {var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0],p=/^http:/.test(d.location)?http:https;if ( !d.getElementById(id) ) {js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=p+://platform.twitter.com/widgets.js;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(do ent, script, twitter-wjs); Articoli correlati [censored]
|
H3 |
Lascia un commento |
/robin-hood-origine-della-leggenda-recensione/: | |
---|---|
Title |
Taron Egerton è come Robin Hood, ma figo - Smemoranda |
Description |
Not defined |
H1 |
Scrivi a Smemo |
H2 |
di Michele R. Serra News - Recensioni Pubblicato il 08/12/2018 C’è un nuovo Robin Hood in città: è il protagonista di Robin Hood – L’origine della leggenda, Taron Egerton, che è un attore inglese con la faccia (e anche il resto) perfetto per i poster da attaccare in cameretta. In pratica, è come sarebbe Robin Hood se fosse un ventenne figo di oggi. E con lui c’è Jamie Foxx nei panni di Little John. Fin qui, le facce.Ma a parte le facce, qual è la grande idea dietro il nuovo Robin Hood versione 2018? Bè, fondamentalmente che deve essere fatto come sono fatti tutti i film d’azione/supereroici del 2018: in pratica Robin Hood diventa una specie di Batman, con un sacco di effetti speciali digitali e una serie di effetti-Matrix. Che ci stanno sempre dentro.Il regista è Otto Bathurst, che ha girato un episodio di Black mirror e altri di una serie che ci piace un bel po’, Peaky Blinders (se vi capita dateci un’occhiata). E in effetti la logica della serialità in qualche modo arriva anche dentro il film, perché sembra tutto un lungo episodio pilota di una serie. Infatti i produttori della Lionsgate non fanno mistero di volerci costruire sopra una saga.Robin Hood – L’origine della leggenda è anche un totale reboot, perché Barhurst riscrive quasi completamente la storia di Robin Hood, in chiave, come dicevamo, supereroica. Primo, perché questa è a tutti gli effetti la origin story di Hood; secondo, perché lui si muove davvero come un supereroe, con l’identità segreta e tutto quanto; terzo, perché sembra davvero super, non fosse altro perché l’arco nelle sue mani diventa un mitra, una roba da videogioco. Ah, a proposito: se avete giocato mai a ins Creed, beh, probabile che vedendo il film vi verrà in mente il videogame. Poi decidete voi se è un bene o un male.Robin Hood – L’origine della leggenda potrebbe anche essere un film godibile, di quelli stupidi e zarri che tutto sommato piacciono. C’è però un problema grosso, e cioè: se fai un film con questi presupposti, le scene d’azione devono essere perfette e stilosissime. Invece qui sono un gran : ti ritrovi o con immagini che hai già visto in altri film, oppure (più spesso) non si capisce una mazza. Quindi, promemoria per il prossimo episodio: mettere a posto le scene d’azione. Così sì che questa saga di Robin Hood potrebbe anche diventare un nuovo punto di riferimento del cinema tamarro. Al momento, però, non ci siamo ancora. A parte Taron, ovviamente. cinemaHollywoodrobin hood Tweet!function(d,s,id) {var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0],p=/^http:/.test(d.location)?http:https;if ( !d.getElementById(id) ) {js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=p+://platform.twitter.com/widgets.js;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(do ent, script, twitter-wjs); Articoli correlati [censored]
|
H3 |
Lascia un commento |
/domande-aids-come-si-prende/: | |
---|---|
Title |
Tutte le domande che avresti voluto fare sull'AIDS - Smemoranda |
Description |
In occasione del World Aids Day del primo dicembre 2018, abbiamo chiesto a centinaia di studenti di un liceo milanese di sottoporci in forma anonima le loro domande su Aids e Hiv. Ecco tutte le risposte |
H1 |
Scrivi a Smemo |
H2 |
di Redazione Smemoranda Giù la Maschera - News Pubblicato il 01/12/2018 In occasione del World Aids Day del primo dicembre 2018, abbiamo chiesto a centinaia di studenti di un liceo milanese di sottoporci in forma anonima le loro domande su Aids e Hiv.Ecco tutte le domande più importanti, con le risposte di un immunologo.Per ricordare che il silenzio e l’ignoranza sono pericolosi quanto un virus.Aids: domande e risposte |
H3 |
Lascia un commento |
/cesare-malfatti-la-storia-e-adesso-intervista/: | |
---|---|
Title |
Cesare Malfatti, La storia è adesso - Smemoranda |
Description |
L'ex La Crus racconta il suo nuovo disco |
H1 |
Scrivi a Smemo |
H2 |
di L Alligatore Le Smemo Interviste - News Pubblicato il 09/12/2018 La Storia è Adesso, disco dato recentemente alle stampe da Cesare Malfatti con la label indipendente Riff Records, è un disco importantissimo per un sacco di motivi, una delle imperdibili uscite dell’anno. Parla di Storia in modo moderno e allo stesso tempo cl ico. Quindici canzoni composte dall’ex La Crus i cui testi sono stati scritti da un gruppo di autori più o meno giovani, quindi canzoni per raccontare un momento drammatico dell’Italia e dell’Europa, cioè l’inizio della Grande Guerra, che per il Trentino ha significato il doloroso p aggio dall’Impero Austroungarico all’Italia. A Rovereto uno dei fronti più caldi, con la città evacuata, trentini deportati in un campo di prigionia in Austria, e un podestà illuminato, Valeriano Malfatti, prozio di Cesare, a credere nella pace e nella coesistenza tra i popoli nonostante tutto e a costo anche della propria libertà.Una bella lezione di Storia, dell’importanza di un’Europa unita non per i mercati, ma per gli uomini. Un album con una confezione strana, un vecchio quotidiano con tutte le canzoni e reperti scritti di un centinaio di anni fa. Cesare Malfatti canta queste canzoni, musicate con il suo gusto utilizzando anche uno “strumento musicale” particolare, di elettronica ante litteram, le Macchine Intonarumori inventate dal futurista Russolo.L’intervista a Cesare Malfatti [censored]
|
H3 |
Lascia un commento |
/nina-che-disagio-ilaria-palleschi/: | |
---|---|
Title |
Nina che disagio di Ilaria Palleschi: la recensione - Smemoranda |
Description |
Nina è sempre in sbattimento, sempre in paranoia. La recensione di Nina che disagio, graphic novel d'esordio di Ilaria Palleschi (Bao Publishing) |
H1 |
Scrivi a Smemo |
H2 |
di Giulia Broglia Recensioni Pubblicato il 04/12/2018 Nina pensa di essere la sola a sentirsi terribilmente a disagio in mezzo agli altri. La sua storia, però è la storia di tantissimi ragazzi, e ragazze soprattutto, per questo tanti si ritroveranno in queste pagine.Nina è insicura, indecisa, si fa prendere dall’ansia, insomma: è sempre in sbattimento, sempre in paranoia. E ne è perfettamente consapevole, non fa che ripeterselo. Quello che non sa, è che ha anche tantissime qualità di cui non si è accorta, cose che dà per scontate, perché “sue”, ma che la rendono unica. Ha un grande talento nel disegno, per esempio, è onesta, generosa, e una grande amica. Per accorgersi di tutti questi pregi dovrà p are attraverso l’incantesimo di una vecchia pazza, una signora che incontra per strada e, vedendola in difficoltà, le fa un sortilegio, una magia maldestra, perfetta per questa fiaba urbana datata 2018.Dopo questo incontro, Nina si sveglia e trova nel letto il suo doppio, la gemella dai toni opposti, a colori inversi. La nuova Nina infatti è molto sicura di sé, spigliata, capace di trovare subito un lavoro e un appuntamento con un ragazzo carino. Ci sa fare, la nuova Nina, sembra non aver paura di niente, del suo aspetto fisico, di fare figuracce, di non essere all’altezza. Però, come in uno specchio, le manca tutto quello che Nina è veramente. Cioè una persona gentile, un’amica fidata, un’artista sensibile, anche se ancora agli inizi, una ragazza che non si piega a troppi compromessi, perché sa in cosa crede.Ilaria Palleschi de a con questo graphic novel leggero ma importante (Bao publishing), riempiendo le tavole con la vita di tante ragazze, tra dubbi, incertezze e momenti importanti di cambiamento, svolte e decisioni. Nina non risolve le sue paranoie in queste pagine, il disagio resta, e a tratti è anche comico. È impossibile, in fin dei conti, non avere paura, perché la paura prende tutti e non risparmia nessuno. Non siamo gli unici ha essere imprecisi, imperfetti, imparanoiati. Siamo unici però, si può partire da lì. Tweet!function(d,s,id) {var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0],p=/^http:/.test(d.location)?http:https;if ( !d.getElementById(id) ) {js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=p+://platform.twitter.com/widgets.js;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(do ent, script, twitter-wjs); Articoli correlati [censored]
|
H3 |
Lascia un commento |
Similar domain names
snapcheat1.comupdate-manualsmemorandagia.comsmemorandagroup.comsmemorandamuseo.comsmemora.comsmemontrealstore.comsmemonitoring.com
You took 89.95 and 84.95 at the same time from my back account that i didnt authorize and was apparently hacked. I...