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Nelle distese africane pascolano libere migliaia di antilopi, impala, zebre, gnu e altre creature selvagge. Molti turisti tedeschi e austriaci trascorrono le loro vacanze in questi luoghi muovendosi attraverso la boscaglia e aspettando gli an*mali, le loro prede alle quali sparano senza remore. Quando riescono nell'impresa si fanno fotografare in posa davanti agli an*mali uccisi. Film del 2016 diretto da Ulrich Seidl e presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Safari sembrerebbe uno spin-off del precedente Im Keller (In the Basement), nel quale si mostrava anche la cantina del signor Manfred e signora Inge, dove tantissime armi per la caccia grossa erano appese as*ieme a migliaia di trofei di an*mali. Seidl ha seguito austriaci e tedeschi sul terreno di caccia, dividendo in temi la sua inchiesta, cercando di capire e far capire a noi cosa frulla nella testa di queste persone, perché uccidono an*mali meravigliosi come una giraffa: le armi più efficaci da usare; il tariffario degli abbattimenti; le straordinarie emozioni che si provano nel momento in cui si uccide; le relazioni con il personale locale che si occupa del turismo armato. Continua così la meravigliosa e spietata ricerca antropologica di Seidl, che di fatto si comporta come un collezionista di esseri umani e, come si faceva con le farfalle, li infila con uno spillo, che è la sua macchina da